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Etica della solidarietà nella Filosofia di Józef Tischner
Nuova versione della relazione presentata durante il Convegno “Caleidoscopio Mitteleuropeo”, CSSEO, Trento, 29 ottobre 2010.
Keywords: Solidarność (sindacato), solidarność (atteggiamento), solidarietà, comunità etica, comunità politica, comunità positiva,
comunità negativa, comunità morale, lavoro, dialogo, verità, sfruttamento, responsabilità, fedeltà, speranza.
comunità negativa, comunità morale, lavoro, dialogo, verità, sfruttamento, responsabilità, fedeltà, speranza.
Solidarność è uno dei più grandi avvenimenti che hanno avuto luogo nella storia contemporanea della Polonia e dell’Est Europa. Solidarność era non soltanto un movimento sociale, ma anche il primo libero sindacato fondato nei paesi sottoposti al regime comunista, e come tale ha notevolmente contribuito ai cambiamenti politici in Polonia e negli altri Paesi appartenenti al così detto "blocco dell’Est".
Le relazioni di Tischner con Solidarność
Il libro Etica della solidarietà di Józef Tischner è frutto delle sue riflessioni filosofiche dedicate agli avvenimenti accaduti in Polonia negli anni 1980-1981. Tali riflessioni sono state scritte nella forma di articoli per il settimanale: «Tygodnik Powszechny», dall’ottobre 1980 al giugno 1981, cioè nel periodo della così detta "prima Solidarność" che durò dall’agosto 1980 al 13 dicembre 1981, ossia fino all’inizio dello stato di guerra. Successivamente, tutti gli articoli sono stati raccolti e pubblicati in forma di libro che, nell’autunno del 1981, è giunto nelle mani dei partecipanti al Congresso di Solidarność. È opportuno menzionare che, a causa delle problematiche questioni sociali trattate in consecutivi capitoli, Etica della solidarietà più volte è stata pubblicata dall'ambiente della resistenza e più volte è stata sequestrata dai servizi speciali.
Solidarność è nata a Danzica, nell’agosto 1980, e proprio in quel periodo si sono verificati gli avvenimenti più importanti nella sua storia. Nel 1980, dopo un ennesimo aumento dei prezzi, nelle fabbriche di varie regioni della Polonia sono iniziati gli scioperi degli operai, tra l’altro nel Cantiere Navale di Danzica (Stocznia Gdańska), dove sono stati fondati l’Interaziendale Comitato di Sciopero (Międzyzakładowy Komitet Strajkowy) e il primo libero sindacato nei Paesi del regime comunista: Sindacato Autonomo dei Lavoratori Solidarietà (Niezależny Samorządny Związek Zawodowy Solidarność, NSZZ Solidarność).
I primi articoli di Tischner sono stati pubblicati solo ad ottobre, perché durante i grandi scioperi dell’agosto 1980 egli non era presente in Polonia. Di una tesissima situazione che dominava nel Cantiere di Danzica ha saputo dal telegiornale guardato, insieme al Papa Giovanni Paolo II, durante una delle cene a Castel Gandolfo. La sorte ha voluto che Tischner – il futuro filosofo e sacerdote di Solidarność, e il Papa Giovanni Paolo II – la sua ispirazione e forza spirituale, insieme hanno accolto l’informazione riguardante i drammatici fatti che stavano accadendo nella loro patria. Dopo il ritorno in Polonia, Tischner si è impegnato negli avvenimenti e cambiamenti sociali legati alla Solidarność sia con le analisi e riflessioni teoretiche sia con una personale e attiva partecipazione in alcuni eventi.
Dopo il ritorno in Polonia, Tischner ha iniziato a scrivere gli articoli che successivamente avrebbero formato il libro Etica della solidarietà. Un particolare valore di questi testi sorge dal fatto che egli era non soltanto un sacerdote, ma anche un filosofo e aveva a sua disposizione un ricco retropalco del sapere filosofico dai tempi di antichità fino alla contemporaneità. Grazie al suo sapere, sia scientifico sia religioso, ha potuto analizzare e interpretare, in modo dettagliato e profondo, gli avvenimenti che stavano scuotendo la vita della società polacca di allora.
Tischner ha scritto gli articoli che fanno parte dell’Etica della solidarietà analizzando i fatti, riflettendo sul loro significato, cercando non soltanto di spiegarli ai lettori, ma anche di mostrare a loro un profondo e importante senso e significato di ciò che stava accadendo. Egli ha fatto «un’interpretazione ermeneutica degli avvenimenti», i suoi testi, come ha dichiarato egli stesso, «non volevano progettare la realtà, ma soltanto descriverla. Non avevano come obiettivo la dimostrazione di quello che dovrebbe essere, ma soltanto la descrizione di quello che è».
Tischner non aspirava a dare consigli e soluzioni né di carattere economico né politico, lui concentrava le sue riflessioni sul campo di etica e di autocoscienza sociale di ogni uomo. Nell’ottobre del 1980 ha detto l’omelia durante la Santa Messa per i membri del sindacato Solidarność, nella Cattedrale di Wawel a Cracovia; alla Messa ha partecipato anche il presidente del sindacato: Lech Wałęsa. Un anno dopo, nel 1981, è stato invitato al I Congresso Nazionale dei Delegati di NSZZ Solidarność, a Danzica, dove due volte ha detto l’omelia durante la Messa per i partecipanti del Congresso. Sulla base della decisione dei delegati del Congresso, una delle sue predice è stata inclusa nei documenti del Congresso, poiché in modo eccellente esprimeva l’ethos del lavoratore e del lavoro polacco.
Nel 1981 la Solidarność è stata delegalizzata e a dicembre di quell’anno in Polonia è stato dichiarato lo stato di guerra. Nonostante ciò, Tischner non ha interrotto i suoi legami con la Solidarność, infatti nel 1982 più volte si è recato al campo – centro d'isolamento dove a causa dalla decisione delle autorità comunista sono state internate le persone legate all’opposizione. Durante le sue visite non solo donava alle persone ivi detenute il sostegno spirituale, ma anche di nascosto portava le lettere dalle loro famiglie. A maggio del 1982 ha predicato durante la Santa Messa per la Patria, a Cracovia, nella Cattedrale di Wawel che in quell’occasione è stata circondata dalla polizia.
A causa d’innumerevoli attività svolte nell’ambiente di Solidarność, Tischner veniva chiamato il sacerdote di Solidarność e la guida spirituale delle persone ad essa legate. Per questo motivo ha iniziato a ricevere a casa le visite dei funzionari dei Servizi di Sicurezza (Służby Bezpieczeństwa, SB) della Polonia di allora e più volte è stato convocato nella loro sede per gli interrogatori. Durante una delle visite gli è stato proposto di firmare la dichiarazione di interrompere i contatti con la delegalizzata Solidarność, ma lui ha rifiutato dichiarando che i suoi contatti hanno carattere esclusivamente sacerdotale. Occorre menzionare che Tischner è stato interrogato dal colonnello che ha guidato l’operazione, dei Servizi di Sicurezza (SB), di rapimento e uccisione di don Jerzy Popiełuszko.
Don Popiełuszko (1947-1984, nel 2010 proclamato beato) era il cappellano di Solidarność di Varsavia. Nel 1984, durante un viaggio la sua automobile è stata fermata e lui, legato e messo nel bagagliaio dell’auto, è stato rapito dai funzionari dei Servizi di Sicurezza (SB), vestiti nelle divise di polizia. Il suo corpo, a cui era legato un sacco con le pietre, è stato ritrovato nel fiume Vistola; l’autopsia ha rilevato i segni delle torture. I funerali di Popiełuszko, a cui ha partecipato anche il presidente di Solidarność Lech Wałęsa, si sono trasformati in una manifestazione.
Per avvicinare la situazione della Polonia di allora, è opportuno far notare che negli anni ’80 furono uccisi sette sacerdoti legati alla Solidarność. Nel 1983 Popiełuszko ha chiesto a Tischner di predicare durante la Messa per la Patria a Varsavia, a causa di vari impegni Tischner l’ha fatto solo dopo la sua uccisione.
Tischner era un filosofo, possiamo quindi porre la domanda: perché, invece di concentrarsi sugli scritti di Platone, di G. W. Hegel oppure di M. Heidegger, ha deciso di occuparsi, nel modo così attivo, degli avvenimenti della Polonia di quei tempi? La sua decisione è nata dalle convinzioni che nutriva in riguardo alla filosofia e dal ruolo che le attribuiva. Nel novembre 1981, ha affermato lui stesso:
Mi sembra che prima di ogni filosofare, soprattutto da noi, bisogna fare una scelta essenziale: bisogna scegliere
da quello, che si può pensare, questo che si deve pensare. Però, questo, che bisogna pensare, non viene da noi dalle
pagine del libro, ma dal viso dell'uomo preoccupato per la sua sorte. Una volta la filosofia nasceva dall'ammirazione
per il mondo che ci circonda (Aristotele). E poi anche dal dubitare (Cartesio). E adesso, sulla nostra terra, nasce dal
dolore. Sulla qualità della filosofia decide la qualità del dolore umano che la filosofia vuole esprimere e che vuole
rimediare. Chi non lo vede è vicino al tradimento.
Intraprendendo le riflessioni sugli avvenimenti legati alla Solidarność, Tischner ha mantenuto la fedeltà al fondamentale ruolo che, secondo lui, dovrebbe realizzare la filosofia, cioè: esprimere il dolore umano e rimediarlo. Etica della solidarietà è l’esempio di una filosofia viva che esce dalle cattedre universitarie e si dirige verso l’uomo per aiutarlo a capire sé stesso e i cambiamenti che avvengono nel mondo in cui vive.
Comunità etica e comunità politica
Le analizzi contenute nell’Etica della solidarietà si riferiscono agli avvenimenti del periodo di così detta, prima solidarność. La solidarność rinata dopo lo stato di guerra, chiamata: seconda solidarność, aveva un carattere notevolmente diverso dalla prima. La prima aveva la forma di un movimento sociale e, che è molto più importante, di una comunità etica. La seconda, fin dai primi giorni della sua fondazione, ha assunto l’aspetto di un movimento diretto verso la politica e la lotta per il potere. Occorre quindi evidenziare che nell’arco della sua storia la solidarność si è trasformata da una comunità etica in una comunità politica.
Nelle analisi di solidarność, è importante notare che si possono differenziare quattro significati della parola ‘solidarietà’. Il primo si riferisce ad un'universale idea della solidarietà, la quale può nascere tra la gente in ogni luogo e in ogni tempo. Il secondo denota il libero sindacato Solidarność, fondato in Polonia nell’agosto 1980 e illegalizzato nel 1982. Il terzo indica un movimento sociale di nome solidarność creato intorno a tale sindacato e definito come una comunità etica. Il quarto rappresenta il sindacato Solidarność, rinato dopo lo stato di guerra ed esistente fin ora nella forma di una comunità politica, un sindacato che (nonostante l’apoliticità dichiarata), si impegna fortemente nella vita politica polacca.
Nei suoi articoli Tischner si riferiva alla solidarietà come un’idea universale e alla solidarność come una comunità etica. Nelle considerazioni che vi sono racchiuse, Tischner non ha creato un’etica normativa, le regole della quale dovevano essere rispettate da ognuno che si univa al movimento sociale solidarność e si iscriveva al sindacato Solidarność. Lui ha elaborato un’etica inseparabilmente legata all’idea della solidarietà che nasce fra la gente, un’etica che si manifesta in ogni movimento creato sulla base della solidarietà della quale spirito penetrava la prima Solidarność.
Per capire meglio la natura e il carattere del movimento sociale solidarność e della prima Solidarność nate in Polonia all’inizio degli anni ‘80, bisogna prendere in considerazione le circostanze che hanno accompagnato il loro inizio. Quindi, è necessario esaminare la situazione politica polacca in quei tempi e cambiamenti che il totalitarismo comunista ha introdotto nella vita sociale di tutta la gente e nella vita privata di ogni singolo uomo.
Oltre alle analisi di condizione politica, sociale ed economica, bisogna porre attenzione anche al ruolo che hanno avuto la religione cristiana e il Papa Giovanni Palo II. Grazie al pellegrinaggio del Papa in Polonia, nell’anno 1979, il popolo polacco ha potuto apertamente e nel modo libero, sperimentare la profondità della dimensione spirituale e religiosa, di cui ogni espressione era sottomessa al potere e al controllo del regime comunista. La visita di Giovanni Paolo II e le reazioni della gente durante gli incontri con lui uscivano al di là degli schemi della vita quotidiana nel blocco comunista. Dal punto di vista del governo comunista, gli accaduti legati a quel pellegrinaggio erano qualcosa di assurdo, dal punto di vista delle persone che ne hanno partecipato, erano un miracolo e un seme della libertà gettato nella terra polacca, che due anni dopo, cioè nel 1980, ha fruttato dando al mondo il movimento sociale solidarność e il sindacato Solidarność.
Abbiamo distinto solidarność come una comunità etica e una comunità politica, approfondiamo adesso il loro significato. Secondo i motivi della nascita, una comunità può assumere una forma negativa oppure positiva. Assume la prima, quando il suo scopo fondamentale si esprime nell’indirizzamento contro qualcosa o contro qualcuno, con chi bisogna lottare e chi bisogna distruggere. Assume invece la seconda, quando i suoi obiettivi si realizzano nel costruire e nel creare e quando è priva della dimensione ‘contro’. La natura di entrambi i tipi delle comunità viene descritta dai due pensatori polacchi contemporanei: J. Bukowski e Z. Stawrowski il quale, possiamo aggiungere, è un allievo di Tischner.
Bukowski definisce la comunità negativa come «una comunità apparente», che unisce la gente tramite l’odio indirizzato ad un nemico comune. Stawrowski, invece, la descrive come «un legame politico» e rileva che elemento che la «unisce e integra viene dall’esterno». Il legame negativo, la comunità negativa dura finché esiste un nemico comune, quando quel nemico viene sconfitto, essa si disgrega. La sua forza è una forza di negazione, poiché quando non c’è più un elemento che può essere negato, essa perde la ragione della propria esistenza.
La comunità positiva definita come una comunità edificante, nella quale si tratta del bene e del suo sviluppo, viene descritta da Bukowski come «una comunità vera». Nelle sue analisi, Bukowski pone l’accento al ruolo e significato della fiducia, del sacrificio e del disinteresse, cioè ai beni senza i quali una tale comunità non può né fondarsi né esistere. Stawrowski, invece, la definisce come «un legame etico», che nasce dai valori comuni e indipendenti dagli elementi esteriori.
I concetti di entrambe le comunità sono gli strumenti creati dalla filosofia per lo sviluppo delle ricerche. Tra le varie comunità create nella società, probabilmente non è mai esistita e non esiste una comunità positiva o negativa che incarni nel modo ideale tutte le caratteristiche che le sono appropriate dalla filosofia e che sia priva degli elementi appartenenti all’altra, perché ognuna di esse contiene sempre una giunta degli elementi dell’altra. Lo strumento delle ricerche è comunque del tutto giusto e legittimo, poiché in ogni comunità esiste una notevole prevalenza di uno o dell’altro elemento, grazie ad esso si può riconoscere il carattere di ogni singola comunità.
La collettività di nome solidarność si caratterizzava per una grande superiorità degli elementi attribuiti alla comunità positiva, ossia etica, e perciò viene definita come tale. Ovviamente, non si può negare che nelle sue strutture conteneva la consapevolezza del nemico che si presentava sotto la forma del regime comunista. Bisogna però, sottolineare che la situazione della Polonia di allora non permetteva di mirare al rovesciamento di quel regime, non consentiva quindi di realizzare gli elementi della comunità negativa. Si ipotizza che qualsiasi prova di rovesciamento del governo avrebbe causato l’intervento militare da parte di Mosca e perciò, lo spazio in cui poteva agire la solidarność era limitato dalla necessità di mantenere il governo comunista.
Movimento la solidarność, dell’inizio degli anni ’80, era una comunità positiva, cioè una comunità etica. Analizzando l’idea della solidarietà sulla quale è stata fondata, Tischner affermava che essa: «non ha bisogno di un nemico o un avversario per rafforzarsi e crescere. Essa si rivolge a tutti e non contro qualcuno». La solidarietà è un valore interumano, perché nessuno può essere solidale in solitudine, essa è un valore da realizzare insieme all’altro e una comunità nella quale l’etica è più importante della politica.
Comunità morale
Nelle sue analisi e riflessioni, Tischner spesso attingeva al Vangelo. Nell'omelia durante la Messa per i membri e i simpatizzanti del sindacato Solidarność e del movimento sociale dello stesso nome, che ha avuto lugo nella Cattedrale del Castello Reale Wawel di Cracovia all'ottobre del 1980, ha citato le parole di Gesù, provenienti dalla Lettera di San Paolo ai Galati:
Se bisognasse definire più profondamente il significato della parola ‘solidarietà’, forse si dovrebbe attingere
al Vangelo e lì cercare le sue origini. Il senso di questa parola definisce Cristo: ‘Portate i pesi gli uni degli altri
e così adempirete la legge di Cristo’. Che cosa significa essere solidali? Significa portare i pesi dell’altro uomo.
Secondo Tischner, queste parole racchiudono «il principio della solidarietà», disegnano un ritratto dell’uomo ‘con’ l’uomo e ‘per’ l’uomo e raccontano l’uomo che sta con un altro uomo non soltanto nei momenti del bene, ma anche o soprattutto, nei momenti del male e delle difficoltà. Indicano una comunità interumana, solidale e universale. La solidarietà evidenzia un valore dell’uomo del tutto particolare e indipendente dai fattori a lui esteriori, essa non viene all’uomo dall’esterno, ma nasce in lui stesso come un frutto della sua buona volontà.
Tischner era presente nell’ambiente della solidarność come un sacerdote e filosofo. Applicando il sapere filosofico e i suoi metodi di conoscere, analizzava gli avvenimenti chiamando le ‘cose’ con il loro nome, indicava i valori più importanti di ogni società democratica fondata sulla fraternità, sulla parità e libertà. Basandosi sulla teologia e sulla sua vocazione sacerdotale, mostrava la dimensione spirituale dell’uomo, la sua dignità, il valore del suo lavoro e soprattutto, la fonte della sua speranza, che sorge dalla religione e dona la forza di intraprendere i cambiamenti anche quando sembra che il mondo neghi ogni speranza.
La solidarność era un movimento sociale e una comunità etica, prendendo in considerazione le analisi di G.W.F. Hegel, a cui analisi spesso attingeva Tischner, bisogna affermare che essa era anche una comunità morale. Secondo Hegel, l’eticità (Sittlichkeit) è legata all’aspetto comune della vita umana e perciò, può assumere forma di una semplice imitazione dei comportamenti di altri membri della comunità e di un attenersi alle norme e alle leggi esistenti in un determinato gruppo sociale. Invece, la moralità (Moralität) si riferisce alla dimensione individuale della vita umana; gli atti morali nascono dal giudizio individuale, consapevole e ragionevole e sono indipendenti dai fattori esteriori all’uomo. La moralità si riferisce al giudizio interiore, in cui la coscienza è uno degli strumenti principali. Grazie alla coscienza, l’uomo può oltrepassare le regole di vari sistemi etici nei quali vive e riconoscere i loro errori e ingiustizie.
Secondo il filosofo polacco, la coscienza e la sua «sensibilità all’ingiustizia sociale dell’uomo», hanno fondato la moralità che ha unito le persone solidali. Tischner unisce la coscienza e la solidarietà in modo indissolubile. Infatti, molte volte sottolinea che «la solidarietà più profonda è la solidarietà delle coscienze» e che «l’etica della solidarietà vuole essere un’etica della coscienza», vuole essere una moralità. Se non esistesse la coscienza, non esisterebbero né moralità né solidarietà, ci sarebbe soltanto il rispetto delle leggi e delle norme stabilite esteriormente.
La solidarietà viene dall’interno dell’uomo e perciò proprio la coscienza è il suo valore fondamentale. La coscienza non è soltanto una forza interiore che permette di distinguere il bene dal male, essa è anche un interiore desiderio del bene e, come dice Tischner: «una voce che grida dentro l’uomo». Ascoltando questa voce del tutto particolare, l’uomo sa come bisogna agire e scopre in sé stesso lo spazio della moralità.
La solidarność, una comunità positiva fondata sulla solidarietà, era una comunità aperta all’altro uomo, non rifiutava nessuno, ma a tutti offriva la possibilità di ascoltare attentamente la voce della propria coscienza e poi di agire secondo il contenuto delle sue parole, cioè secondo i valori da essa rilevati. La solidarietà era frutto di una libera scelta dell’uomo che si è liberato dalla dittatura del comunismo, essa non costringeva nessuno a stare dalla sua parte, ognuno doveva decidere da solo se essere solidale oppure no.
Sia la solidarietà sia la solidarność sono un’opera delle persone che si sono aperte alla voce delle proprie coscienze. Sono un’opera «non soltanto di coloro, che hanno sempre avuto le coscienze, ma anche di coloro che le hanno ricostruite in sé stessi». L’uomo può rifiutare la voce della sua coscienza e agire contro i suoi valori, però può anche ritrovarla e riaprirsi ai valori che essa gli indica. La coscienza dalla quale è nata la solidarietà si schierava contro la sofferenza che l’uomo subiva dall’altro uomo, cioè contro una sofferenza ingiusta.
L’idea della solidarietà era comune a tante persone nella Polonia dell’inizio degli anni ‘80, era un’idea democratica che, come scrive Tischner, è diventata «la norma dell’ordine sociale” la quale conduceva la gente verso la liberazione. Tale liberazione riguardava non soltanto l’uomo, ma anche il suo lavoro e la società in cui egli viveva. Significava liberazione del lavoro dallo sfruttamento, della società dal regime comunista e prima di tutto, dell’uomo dal totalitarismo. La solidarietà e la solidarność erano una testimonianza e «un avvenimento della libertà», erano qualcosa che in nessun modo derivava dal comunismo dominante nella Polonia di allora. Hanno portato le idee che erano non soltanto un’avversità delle idee comunista, ma anche un loro superamento.
La solidarietà ha espresso i suoi principi impegnandosi nella difesa dei valori fondamentali inseparabilmente legati alla dignità umana. Il valore del diritto «al giusto salario per il lavoro» significava il bisogno di liberare il lavoro dallo sfruttamento e di restituirgli il senso e l’indipendenza. Il valore del diritto «alla libertà» si esprimeva tramite la possibilità di associarsi in varie organizzazioni e di esprimere la propria opinione. Il valore «al possesso di una speranza religiosa» indicava la possibilità di praticare e insegnare la religione. La religione sarebbe dovuta diventare una libera scelta di ogni uomo e come tale non sarebbe più potuta essergli negata dal regime comunista. La religione è una questione di coscienza che quando è legata alla fede cristiana, si impegna in difesa dell’uomo e della sua dignità e non permette né al male che gli viene fatto né a qualsiasi forma d’ingiustizia che lui potrebbe subire.
I valori religiosi, sin dall’inizio presenti nella comunità etica di nome solidarność, spesso si sono manifestati in modo molto simbolico, per esempio: durante lo sciopero nel Cantiere di Danzica del 1980, sul portone è stato appeso un ritratto del Papa Giovanni Paolo II. Egli era l’ispirazione della solidarietà interumana e della solidarność nata in Polonia all’inizio degli anni ‘80, era anche una parte della coscienza polacca e una testimonianza della moralità e della verità. Per il popolo polacco, che ha voluto essere solidale, il papa polacco è diventato una fonte della forza e della speranza che hanno cambiato la forma della quotidianità. In una delle interviste, parlando proprio di questo cambiamento, Tischner ha detto scherzando che prima la gente si poneva la domanda: «che cosa ne pensa Mosca», adesso invece si chiede: «che cosa ne pensa Roma».
Libertà e dignità del lavoro
La solidarietà e la solidarność sono nate nell’ambiente degli operai e perciò Tischner nelle sue riflessioni ha dedicato molto spazio alle questioni riguardanti il lavoro. Parlava tra l’altro della sofferenza che appare nel campo lavorativo e la definiva come una forma di sfruttamento dell’uomo lavoratore. Nei suoi numerosi testi, sottolineava che bisogna prendersi cura del lavoro e liberarlo dalla sofferenza e dallo sfruttamento a cui viene sottoposto. Affermava che la solidarietà e basata su di lei solidarność sono nate perché le persone si erano aperte alla voce di propria coscienza e hanno intraveduto la sofferenza subita dall’uomo in una dimensione molto importante della sua vita sociale, ovvero nel campo del lavoro.
Tischner con grande attenzione analizzava la struttura del lavoro che percepiva come una «particolare forma di dialogo dell’uomo con l’uomo, che serve alla conservazione e allo sviluppo della vita umana [...] il lavoro è un dialogo al servizio della vita». Il filosofo di Cracovia paragona il lavoro con il dialogo e nota che i suoi frutti sono come le parole. Indica che tramite il lavoro l’uomo entra nel dialogo con coloro che hanno lavorato prima di lui, coloro che lavorano insieme a lui e coloro che lavoreranno dopo di lui.
L’operaio che assembla una macchina agricola può farlo perché precedentemente qualcun altro ha costruito i singoli elementi di tale macchina. Li ha realizzati perché prima di lui qualcun altro aveva preparato il progetto tecnico di quell'attrezzo, qualcun altro aveva estratto dalla terra il materiale che poi qualcun altro aveva trasformato nella forma adatta per la produzione di tali elementi. Quando l’attrezzo sarà completato servirà a qualcuno che lo userà per lavorare in campagna e seminare o raccogliere i frutti della terra che successivamente diventeranno il cibo di cui ha bisogno ogni uomo che lavora.
Tischner rileva che il lavoro è in realtà una collaborazione dell’uomo con l’altro uomo. Come indica, il discorso del lavoro avviene non soltanto tra le persone che si conoscono, ne prendono parte anche quelli che non si sono mai conosciuti e quelli che non si conosceranno mai. Il dialogo del lavoro dura dai tempi dell’antichità e continuerà a svilupparsi fino all’ultimo uomo.
Sia nel discorso sia nel lavoro, un ruolo molto importante è attribuito alla verità che si caratterizza per la sua dimensione etica e viene percepita come un valore che «è la fonte del dovere morale per l’uomo». Riferendosi a quel dovere, un uomo morale in tutti i suoi atti, sceglie e realizza la verità e rifiuta la menzogna. Nel discorso la verità riguarda le parole e perciò un discorso è vero quando le sue parole rispecchiano la realtà con fedeltà ad ogni suo aspetto. Nel campo del lavoro la verità riguarda il processo lavorativo e i suoi frutti, per cui un lavoro è vero quando rimane al servizio della vita a del suo sviluppo, quando invece non è così, esso diventa uno sfruttamento e una fonte di sofferenza. Tischner afferma che «la menzogna del lavoro è lo sfruttamento» e «la malattia». Sfruttamento del lavoro comporta sfruttamento dell’uomo lavoratore e come tale assume la forma di tradimento sia dell’idea di lavoro sia dell’uomo stesso. Il filosofo polacco sottolinea che un vero lavoro è sempre ‘per’ l’uomo e mai ‘contro’ di lui.
Lo sfruttamento del lavoro colpisce la dignità dell’uomo lavoratore e perciò l’etica della solidarietà si impegna nella sua difesa e si schiera contro ogni tradimento che egli potrebbe subire nella sfera del lavoro. Secondo i suoi principi, l’uomo che soffre a causa di sfruttamento e spreco del proprio lavoro ha il diritto di prendere le difese di quel lavoro, ha diritto persino allo sciopero. Tischner sottolinea che «quando il lavoro è diventato un lavoro privo di senso, lo sciopero appare come l’unica attività piena di senso». La partecipazione allo sciopero deriva dall’etica del lavoro, la quale non consente mai né di sfruttarlo né di privarlo del senso che gli appartiene.
Tischner percepiva un grande ruolo della solidarietà e della solidarność nel processo della guarigione del lavoro dalle sue malattie, purtroppo le sue riflessioni filosofiche non sono state adeguatamente sviluppate durante i convegni dei membri del sindacato Solidarność. In una delle interviste rilasciate negli anni ‘90, Tischner si riferisce a quel fatto con le seguenti parole:
Ritenevo che questo sia un profondo malinteso, perché non si parla affatto di struttura del lavoro. L’unico uomo
che ne parlava – come mi ripetevano – ero io e per di più durante le prediche.
Tischner, avendo a sua disposizione un ricco retropalco del sapere filosofico, interpretava gli avvenimenti di allora in modo molto più profondo di come riuscivano a farlo le persone che ne prendevano parte. Percepiva e analizzava i fatti in un orizzonte molto più ampio e così intravedeva gli aspetti che sfuggivano all’attenzione di tanti altri e le prospettive cui loro non attribuivano un significato sufficientemente importante.
Responsabilità e fedeltà
Tischner sottolinea che l’etica della solidarietà è «un’etica di risveglio, di risveglio alla paternità secondo la speranza» e con questa affermazione indica due valori fondamentali della solidarietà: la paternità e la speranza. La parola ‘paternità’ possiede un ampio significato e descrive non soltanto il legame che unisce il padre e il figlio, ma anche il legame tra due persone di cui una decide di prendersi cura dell’altra come se fosse il proprio figlio. Ogni tipo di paternità è legato alla responsabilità, la paternità che si è manifestata attraverso la solidarność rendeva le persone responsabili della sorte e del futuro dei propri figli e di tutta la nazione. Grazie ad essa, la gente compieva le sue azioni in base all’impegno personale e alla propria gerarchia dei valori e in questo modo ne dava testimonianza.
La parola ‘testimonianza’ è fondamentale perché significa qualcosa molto più importante di un esempio che può venire anche dalle azioni prive di ogni impegno interiore. L’uomo può dare l’esempio agendo soltanto sulla base del rispetto delle norme e delle leggi imposte esteriormente, la testimonianza invece sorge dall’interno dell’uomo e mostra chi è davvero quell’uomo.
La responsabilità era uno dei valori essenziali della solidarietà interumana e della comunità etica di nome solidarność. Infatti, durante il I Convegno della Solidarność a Danzica, nel settembre 1981, Tischner diceva:
Loro dalla nostra solidarietà prenderanno la misura della loro solidarietà; la ragione di questa assemblea
sarà la misura della loro ragione; loro formeranno la voce della loro coscienza secondo la voce della vostra
coscienza.
Le sue parole indicano, in modo particolarmente forte, la responsabilità sia di ogni singola persona sia di tutta la comunità. La solidarietà evidenzia l’importanza della responsabilità per il bene comune della patria, cioè di un obbligo che in nessun caso può essere dimenticato o trascurato. Mostra che «essere responsabile [...] significa sapere che dalla mia posizione e dal mio impegno qualcosa veramente dipende». La forma e il contenuto della vita sociale sono il risultato delle azioni di ogni singolo uomo che ne appartiene. Per fondare una società in cui dominano la solidarietà e la giustizia è necessario che ogni singolo cittadino le applichi come le regole basilari delle azioni compiute nella dimensione sociale della vita.
Le persone unite dall’idea della solidarietà erano responsabili della propria patria e si sono impegnate per renderla un Paese libero. La loro responsabilità si dirigeva non soltanto verso il futuro, ma anche verso il passato. Rivolgendosi al passato, fondava una comunità con coloro che una volta lottarono e morirono per la libertà della Polonia, diventava una responsabilità per il loro sforzo, il loro sacrificio e la loro morte. Mirando al futuro, costruiva una comunità con quelli che un giorno avrebbero preso in successione l’eredità dello spirito polacco e si sarebbero assunti la responsabilità per la sua sorte. L’impegno per il bene della propria patria è un valore sia per oggi sia per domani, è una testimonianza per le future generazioni.
Durante la messa al Cattedrale di Wawel, il 3 maggio dell'1981, Tischner ha parlato di un nazionale senso di responsabilità per la sorte della patria. Ha detto: «Essere responsabile significa: essere fedele. Alle fonti del senso di responsabilità si trova la fedeltà». Nell’etica della solidarietà la fedeltà si riferisce alla verità che parla dell’uomo, della sua dignità, del suo lavoro, della sua libertà e della sua situazione sociale e politica. La verità è una condizione senza la quale non si può creare un ‘luminoso’ spazio della vita, essa è come una luce, senza la cui ogni agire diventa un vagare nel buio o piuttosto una menzogna e un tradimento.
La Solidarność era un movimento che ha appoggiato la sua esistenza sulla verità, la quale viene dall’uomo tramite il dialogo. Il dialogo della solidarietà è la testimonianza di un’apertura dell’uomo all’uomo, la voglia di scambiare le proprie opinioni e di cercare insieme la verità chiamata da Tischner: «un frutto di esperienze comuni». Il dialogo della solidarietà è un avvenimento che può realizzarsi tra le persone sufficientemente mature per essere in grado di fare parte di una comunità, per vivere i valori insieme agli altri e insieme a loro costruire sulla base della verità.
L’etica della solidarietà parla di «una paternità secondo la speranza». Ogni speranza oltre al contenuto possiede anche un riferimento all’altro uomo chiamato affidatario. Tale uomo può mantenere la fedeltà alla speranza che gli è stata affidata, oppure tradirla. L’affidamento della speranza riguarda anche lo spazio del lavoro: l’operaio che produce un coltello, crede che quel coltello sarà usato per tagliare il pane e che non diventi mai uno strumento di crimine, l’operaio che costruisce una nave crede che i materiali, lavorati prima dagli altri operai, siano realizzati bene, crede che il datore di lavoro premi il suo lavoro nel modo giusto e che non sprechi i suoi frutti. Comprando una macchina, un computer o una penna, crediamo che funzionino correttamente. Lo spazio del lavoro è uno spazio della speranza e perciò vi è possibile il tradimento.
Una delle fondamentali speranze legate alla solidarietà era diretta al futuro in cui si aspettava la Polonia come un Paese libero, dove viene rispettata la dignità di ogni uomo e dove il lavoro è veramente al servizio dell’uomo e della sua vita. La speranza era uno dei pilastri della solidarietà interumana e della solidarność che Tischner chiamava «una comunità della speranza». Nel suo spazio le persone sono riuscite ad unire le proprie speranze con quelle degli altri e dalle migliaia di speranze individuali hanno creato una grande speranza della nazione. La speranza della solidarietà ispirava alle opere che avrebbero permesso di ripristinare la verità, la giustizia, la dignità e la libertà, permetteva di immaginare una Polonia libera e democratica, donava le forze e motivava alle azioni.
L’etica della solidarietà parla della fedeltà, Tischner afferma che «La solidarietà delle coscienze è un movimento etico il cui principio basilare è la fedeltà». La fedeltà permette di capire che nell’uomo esiste qualcosa di fisso e invariabile su cui può basarsi l'affidamento della speranza riferita ad un bene comune. Dopo gli anni di sospetti diretti verso l’altro, dopo la mancanza della fiducia nell’uomo e nel bene che vive dentro di lui, dopo la mancanza della fedeltà, l’etica della solidarietà ha cambiato il modo di guardare e percepire l’altro uomo. Siccome era fondata sul bene, sulla verità e fedeltà, una delle sue principali regole diceva: non tradire.
In tanti dei suoi testi, Tischner ripete: «Il peccato principale contro la solidarietà è il tradimento». L’etica della solidarietà insegna a non tradire, non tradire l’altro uomo, il lavoro, la verità, il bene e la libertà. Tradire l’uomo significa deludere le sue speranze. Tradire il lavoro vuol dire sfruttarlo e privarlo di ogni senso. Tradire la verità vuol dire accettare le menzogne e mentire. Tradire il bene significa permettere l’esistenza di qualsiasi forma del male.
Se si volesse raccogliere gli elementi più importanti dell’etica della solidarietà, cioè dell’etica della coscienza, bisognerebbe dire:
– abbi la coscienza e agisci secondo la sua voce
– conduci con l’altro uomo il dialogo della verità
– non permettere un’inutile sofferenza dell’uomo
– collabora con l’altro così che il vostro lavoro servi alla vita e al suo sviluppo
– rispetta la libertà e la dignità dell’altro
– sii responsabile
– non tradire
I fondamentali elementi dell’etica della solidarietà possono essere espressi anche in modo molto più breve, con una sola regola: sii fedele. Sii fedele alla tua coscienza, alla verità, all’altro uomo e al bene. L’etica della solidarietà è in realtà un’etica della fedeltà.
Nonostante che l’etica della solidarietà è nata sulla terra polacca, svolgendo le analisi dedicate alla quotidianità italiana, si può affermare che anche qui, su questa terra, l’etica della solidarietà è non soltanto importante ma anche indispensabile. Tale etica non appartiene al passato, essa è continuamente una proposta che l’uomo può accogliere e realizzare attraverso i suoi atti.
La solidarietà della quale oggi ha bisogno l’uomo oltrepassa i confini degli Paesi, infatti, viviamo in un’Europa Unita che sta affrontando innumerevoli problemi. Questa Europa ha bisogno della solidarietà delle nazioni che la formano, di una solidarietà che si manifesti nel dialogo e nel reciproco sostegno e tramite le leggi, le istituzioni, le strutture e le attività politiche. La fondamentale idea che costituisce la solidarietà di un’Europa Unità è la cura del bene comune.
Le relazioni di Tischner con Solidarność
Il libro Etica della solidarietà di Józef Tischner è frutto delle sue riflessioni filosofiche dedicate agli avvenimenti accaduti in Polonia negli anni 1980-1981. Tali riflessioni sono state scritte nella forma di articoli per il settimanale: «Tygodnik Powszechny», dall’ottobre 1980 al giugno 1981, cioè nel periodo della così detta "prima Solidarność" che durò dall’agosto 1980 al 13 dicembre 1981, ossia fino all’inizio dello stato di guerra. Successivamente, tutti gli articoli sono stati raccolti e pubblicati in forma di libro che, nell’autunno del 1981, è giunto nelle mani dei partecipanti al Congresso di Solidarność. È opportuno menzionare che, a causa delle problematiche questioni sociali trattate in consecutivi capitoli, Etica della solidarietà più volte è stata pubblicata dall'ambiente della resistenza e più volte è stata sequestrata dai servizi speciali.
Solidarność è nata a Danzica, nell’agosto 1980, e proprio in quel periodo si sono verificati gli avvenimenti più importanti nella sua storia. Nel 1980, dopo un ennesimo aumento dei prezzi, nelle fabbriche di varie regioni della Polonia sono iniziati gli scioperi degli operai, tra l’altro nel Cantiere Navale di Danzica (Stocznia Gdańska), dove sono stati fondati l’Interaziendale Comitato di Sciopero (Międzyzakładowy Komitet Strajkowy) e il primo libero sindacato nei Paesi del regime comunista: Sindacato Autonomo dei Lavoratori Solidarietà (Niezależny Samorządny Związek Zawodowy Solidarność, NSZZ Solidarność).
I primi articoli di Tischner sono stati pubblicati solo ad ottobre, perché durante i grandi scioperi dell’agosto 1980 egli non era presente in Polonia. Di una tesissima situazione che dominava nel Cantiere di Danzica ha saputo dal telegiornale guardato, insieme al Papa Giovanni Paolo II, durante una delle cene a Castel Gandolfo. La sorte ha voluto che Tischner – il futuro filosofo e sacerdote di Solidarność, e il Papa Giovanni Paolo II – la sua ispirazione e forza spirituale, insieme hanno accolto l’informazione riguardante i drammatici fatti che stavano accadendo nella loro patria. Dopo il ritorno in Polonia, Tischner si è impegnato negli avvenimenti e cambiamenti sociali legati alla Solidarność sia con le analisi e riflessioni teoretiche sia con una personale e attiva partecipazione in alcuni eventi.
Dopo il ritorno in Polonia, Tischner ha iniziato a scrivere gli articoli che successivamente avrebbero formato il libro Etica della solidarietà. Un particolare valore di questi testi sorge dal fatto che egli era non soltanto un sacerdote, ma anche un filosofo e aveva a sua disposizione un ricco retropalco del sapere filosofico dai tempi di antichità fino alla contemporaneità. Grazie al suo sapere, sia scientifico sia religioso, ha potuto analizzare e interpretare, in modo dettagliato e profondo, gli avvenimenti che stavano scuotendo la vita della società polacca di allora.
Tischner ha scritto gli articoli che fanno parte dell’Etica della solidarietà analizzando i fatti, riflettendo sul loro significato, cercando non soltanto di spiegarli ai lettori, ma anche di mostrare a loro un profondo e importante senso e significato di ciò che stava accadendo. Egli ha fatto «un’interpretazione ermeneutica degli avvenimenti», i suoi testi, come ha dichiarato egli stesso, «non volevano progettare la realtà, ma soltanto descriverla. Non avevano come obiettivo la dimostrazione di quello che dovrebbe essere, ma soltanto la descrizione di quello che è».
Tischner non aspirava a dare consigli e soluzioni né di carattere economico né politico, lui concentrava le sue riflessioni sul campo di etica e di autocoscienza sociale di ogni uomo. Nell’ottobre del 1980 ha detto l’omelia durante la Santa Messa per i membri del sindacato Solidarność, nella Cattedrale di Wawel a Cracovia; alla Messa ha partecipato anche il presidente del sindacato: Lech Wałęsa. Un anno dopo, nel 1981, è stato invitato al I Congresso Nazionale dei Delegati di NSZZ Solidarność, a Danzica, dove due volte ha detto l’omelia durante la Messa per i partecipanti del Congresso. Sulla base della decisione dei delegati del Congresso, una delle sue predice è stata inclusa nei documenti del Congresso, poiché in modo eccellente esprimeva l’ethos del lavoratore e del lavoro polacco.
Nel 1981 la Solidarność è stata delegalizzata e a dicembre di quell’anno in Polonia è stato dichiarato lo stato di guerra. Nonostante ciò, Tischner non ha interrotto i suoi legami con la Solidarność, infatti nel 1982 più volte si è recato al campo – centro d'isolamento dove a causa dalla decisione delle autorità comunista sono state internate le persone legate all’opposizione. Durante le sue visite non solo donava alle persone ivi detenute il sostegno spirituale, ma anche di nascosto portava le lettere dalle loro famiglie. A maggio del 1982 ha predicato durante la Santa Messa per la Patria, a Cracovia, nella Cattedrale di Wawel che in quell’occasione è stata circondata dalla polizia.
A causa d’innumerevoli attività svolte nell’ambiente di Solidarność, Tischner veniva chiamato il sacerdote di Solidarność e la guida spirituale delle persone ad essa legate. Per questo motivo ha iniziato a ricevere a casa le visite dei funzionari dei Servizi di Sicurezza (Służby Bezpieczeństwa, SB) della Polonia di allora e più volte è stato convocato nella loro sede per gli interrogatori. Durante una delle visite gli è stato proposto di firmare la dichiarazione di interrompere i contatti con la delegalizzata Solidarność, ma lui ha rifiutato dichiarando che i suoi contatti hanno carattere esclusivamente sacerdotale. Occorre menzionare che Tischner è stato interrogato dal colonnello che ha guidato l’operazione, dei Servizi di Sicurezza (SB), di rapimento e uccisione di don Jerzy Popiełuszko.
Don Popiełuszko (1947-1984, nel 2010 proclamato beato) era il cappellano di Solidarność di Varsavia. Nel 1984, durante un viaggio la sua automobile è stata fermata e lui, legato e messo nel bagagliaio dell’auto, è stato rapito dai funzionari dei Servizi di Sicurezza (SB), vestiti nelle divise di polizia. Il suo corpo, a cui era legato un sacco con le pietre, è stato ritrovato nel fiume Vistola; l’autopsia ha rilevato i segni delle torture. I funerali di Popiełuszko, a cui ha partecipato anche il presidente di Solidarność Lech Wałęsa, si sono trasformati in una manifestazione.
Per avvicinare la situazione della Polonia di allora, è opportuno far notare che negli anni ’80 furono uccisi sette sacerdoti legati alla Solidarność. Nel 1983 Popiełuszko ha chiesto a Tischner di predicare durante la Messa per la Patria a Varsavia, a causa di vari impegni Tischner l’ha fatto solo dopo la sua uccisione.
Tischner era un filosofo, possiamo quindi porre la domanda: perché, invece di concentrarsi sugli scritti di Platone, di G. W. Hegel oppure di M. Heidegger, ha deciso di occuparsi, nel modo così attivo, degli avvenimenti della Polonia di quei tempi? La sua decisione è nata dalle convinzioni che nutriva in riguardo alla filosofia e dal ruolo che le attribuiva. Nel novembre 1981, ha affermato lui stesso:
Mi sembra che prima di ogni filosofare, soprattutto da noi, bisogna fare una scelta essenziale: bisogna scegliere
da quello, che si può pensare, questo che si deve pensare. Però, questo, che bisogna pensare, non viene da noi dalle
pagine del libro, ma dal viso dell'uomo preoccupato per la sua sorte. Una volta la filosofia nasceva dall'ammirazione
per il mondo che ci circonda (Aristotele). E poi anche dal dubitare (Cartesio). E adesso, sulla nostra terra, nasce dal
dolore. Sulla qualità della filosofia decide la qualità del dolore umano che la filosofia vuole esprimere e che vuole
rimediare. Chi non lo vede è vicino al tradimento.
Intraprendendo le riflessioni sugli avvenimenti legati alla Solidarność, Tischner ha mantenuto la fedeltà al fondamentale ruolo che, secondo lui, dovrebbe realizzare la filosofia, cioè: esprimere il dolore umano e rimediarlo. Etica della solidarietà è l’esempio di una filosofia viva che esce dalle cattedre universitarie e si dirige verso l’uomo per aiutarlo a capire sé stesso e i cambiamenti che avvengono nel mondo in cui vive.
Comunità etica e comunità politica
Le analizzi contenute nell’Etica della solidarietà si riferiscono agli avvenimenti del periodo di così detta, prima solidarność. La solidarność rinata dopo lo stato di guerra, chiamata: seconda solidarność, aveva un carattere notevolmente diverso dalla prima. La prima aveva la forma di un movimento sociale e, che è molto più importante, di una comunità etica. La seconda, fin dai primi giorni della sua fondazione, ha assunto l’aspetto di un movimento diretto verso la politica e la lotta per il potere. Occorre quindi evidenziare che nell’arco della sua storia la solidarność si è trasformata da una comunità etica in una comunità politica.
Nelle analisi di solidarność, è importante notare che si possono differenziare quattro significati della parola ‘solidarietà’. Il primo si riferisce ad un'universale idea della solidarietà, la quale può nascere tra la gente in ogni luogo e in ogni tempo. Il secondo denota il libero sindacato Solidarność, fondato in Polonia nell’agosto 1980 e illegalizzato nel 1982. Il terzo indica un movimento sociale di nome solidarność creato intorno a tale sindacato e definito come una comunità etica. Il quarto rappresenta il sindacato Solidarność, rinato dopo lo stato di guerra ed esistente fin ora nella forma di una comunità politica, un sindacato che (nonostante l’apoliticità dichiarata), si impegna fortemente nella vita politica polacca.
Nei suoi articoli Tischner si riferiva alla solidarietà come un’idea universale e alla solidarność come una comunità etica. Nelle considerazioni che vi sono racchiuse, Tischner non ha creato un’etica normativa, le regole della quale dovevano essere rispettate da ognuno che si univa al movimento sociale solidarność e si iscriveva al sindacato Solidarność. Lui ha elaborato un’etica inseparabilmente legata all’idea della solidarietà che nasce fra la gente, un’etica che si manifesta in ogni movimento creato sulla base della solidarietà della quale spirito penetrava la prima Solidarność.
Per capire meglio la natura e il carattere del movimento sociale solidarność e della prima Solidarność nate in Polonia all’inizio degli anni ‘80, bisogna prendere in considerazione le circostanze che hanno accompagnato il loro inizio. Quindi, è necessario esaminare la situazione politica polacca in quei tempi e cambiamenti che il totalitarismo comunista ha introdotto nella vita sociale di tutta la gente e nella vita privata di ogni singolo uomo.
Oltre alle analisi di condizione politica, sociale ed economica, bisogna porre attenzione anche al ruolo che hanno avuto la religione cristiana e il Papa Giovanni Palo II. Grazie al pellegrinaggio del Papa in Polonia, nell’anno 1979, il popolo polacco ha potuto apertamente e nel modo libero, sperimentare la profondità della dimensione spirituale e religiosa, di cui ogni espressione era sottomessa al potere e al controllo del regime comunista. La visita di Giovanni Paolo II e le reazioni della gente durante gli incontri con lui uscivano al di là degli schemi della vita quotidiana nel blocco comunista. Dal punto di vista del governo comunista, gli accaduti legati a quel pellegrinaggio erano qualcosa di assurdo, dal punto di vista delle persone che ne hanno partecipato, erano un miracolo e un seme della libertà gettato nella terra polacca, che due anni dopo, cioè nel 1980, ha fruttato dando al mondo il movimento sociale solidarność e il sindacato Solidarność.
Abbiamo distinto solidarność come una comunità etica e una comunità politica, approfondiamo adesso il loro significato. Secondo i motivi della nascita, una comunità può assumere una forma negativa oppure positiva. Assume la prima, quando il suo scopo fondamentale si esprime nell’indirizzamento contro qualcosa o contro qualcuno, con chi bisogna lottare e chi bisogna distruggere. Assume invece la seconda, quando i suoi obiettivi si realizzano nel costruire e nel creare e quando è priva della dimensione ‘contro’. La natura di entrambi i tipi delle comunità viene descritta dai due pensatori polacchi contemporanei: J. Bukowski e Z. Stawrowski il quale, possiamo aggiungere, è un allievo di Tischner.
Bukowski definisce la comunità negativa come «una comunità apparente», che unisce la gente tramite l’odio indirizzato ad un nemico comune. Stawrowski, invece, la descrive come «un legame politico» e rileva che elemento che la «unisce e integra viene dall’esterno». Il legame negativo, la comunità negativa dura finché esiste un nemico comune, quando quel nemico viene sconfitto, essa si disgrega. La sua forza è una forza di negazione, poiché quando non c’è più un elemento che può essere negato, essa perde la ragione della propria esistenza.
La comunità positiva definita come una comunità edificante, nella quale si tratta del bene e del suo sviluppo, viene descritta da Bukowski come «una comunità vera». Nelle sue analisi, Bukowski pone l’accento al ruolo e significato della fiducia, del sacrificio e del disinteresse, cioè ai beni senza i quali una tale comunità non può né fondarsi né esistere. Stawrowski, invece, la definisce come «un legame etico», che nasce dai valori comuni e indipendenti dagli elementi esteriori.
I concetti di entrambe le comunità sono gli strumenti creati dalla filosofia per lo sviluppo delle ricerche. Tra le varie comunità create nella società, probabilmente non è mai esistita e non esiste una comunità positiva o negativa che incarni nel modo ideale tutte le caratteristiche che le sono appropriate dalla filosofia e che sia priva degli elementi appartenenti all’altra, perché ognuna di esse contiene sempre una giunta degli elementi dell’altra. Lo strumento delle ricerche è comunque del tutto giusto e legittimo, poiché in ogni comunità esiste una notevole prevalenza di uno o dell’altro elemento, grazie ad esso si può riconoscere il carattere di ogni singola comunità.
La collettività di nome solidarność si caratterizzava per una grande superiorità degli elementi attribuiti alla comunità positiva, ossia etica, e perciò viene definita come tale. Ovviamente, non si può negare che nelle sue strutture conteneva la consapevolezza del nemico che si presentava sotto la forma del regime comunista. Bisogna però, sottolineare che la situazione della Polonia di allora non permetteva di mirare al rovesciamento di quel regime, non consentiva quindi di realizzare gli elementi della comunità negativa. Si ipotizza che qualsiasi prova di rovesciamento del governo avrebbe causato l’intervento militare da parte di Mosca e perciò, lo spazio in cui poteva agire la solidarność era limitato dalla necessità di mantenere il governo comunista.
Movimento la solidarność, dell’inizio degli anni ’80, era una comunità positiva, cioè una comunità etica. Analizzando l’idea della solidarietà sulla quale è stata fondata, Tischner affermava che essa: «non ha bisogno di un nemico o un avversario per rafforzarsi e crescere. Essa si rivolge a tutti e non contro qualcuno». La solidarietà è un valore interumano, perché nessuno può essere solidale in solitudine, essa è un valore da realizzare insieme all’altro e una comunità nella quale l’etica è più importante della politica.
Comunità morale
Nelle sue analisi e riflessioni, Tischner spesso attingeva al Vangelo. Nell'omelia durante la Messa per i membri e i simpatizzanti del sindacato Solidarność e del movimento sociale dello stesso nome, che ha avuto lugo nella Cattedrale del Castello Reale Wawel di Cracovia all'ottobre del 1980, ha citato le parole di Gesù, provenienti dalla Lettera di San Paolo ai Galati:
Se bisognasse definire più profondamente il significato della parola ‘solidarietà’, forse si dovrebbe attingere
al Vangelo e lì cercare le sue origini. Il senso di questa parola definisce Cristo: ‘Portate i pesi gli uni degli altri
e così adempirete la legge di Cristo’. Che cosa significa essere solidali? Significa portare i pesi dell’altro uomo.
Secondo Tischner, queste parole racchiudono «il principio della solidarietà», disegnano un ritratto dell’uomo ‘con’ l’uomo e ‘per’ l’uomo e raccontano l’uomo che sta con un altro uomo non soltanto nei momenti del bene, ma anche o soprattutto, nei momenti del male e delle difficoltà. Indicano una comunità interumana, solidale e universale. La solidarietà evidenzia un valore dell’uomo del tutto particolare e indipendente dai fattori a lui esteriori, essa non viene all’uomo dall’esterno, ma nasce in lui stesso come un frutto della sua buona volontà.
Tischner era presente nell’ambiente della solidarność come un sacerdote e filosofo. Applicando il sapere filosofico e i suoi metodi di conoscere, analizzava gli avvenimenti chiamando le ‘cose’ con il loro nome, indicava i valori più importanti di ogni società democratica fondata sulla fraternità, sulla parità e libertà. Basandosi sulla teologia e sulla sua vocazione sacerdotale, mostrava la dimensione spirituale dell’uomo, la sua dignità, il valore del suo lavoro e soprattutto, la fonte della sua speranza, che sorge dalla religione e dona la forza di intraprendere i cambiamenti anche quando sembra che il mondo neghi ogni speranza.
La solidarność era un movimento sociale e una comunità etica, prendendo in considerazione le analisi di G.W.F. Hegel, a cui analisi spesso attingeva Tischner, bisogna affermare che essa era anche una comunità morale. Secondo Hegel, l’eticità (Sittlichkeit) è legata all’aspetto comune della vita umana e perciò, può assumere forma di una semplice imitazione dei comportamenti di altri membri della comunità e di un attenersi alle norme e alle leggi esistenti in un determinato gruppo sociale. Invece, la moralità (Moralität) si riferisce alla dimensione individuale della vita umana; gli atti morali nascono dal giudizio individuale, consapevole e ragionevole e sono indipendenti dai fattori esteriori all’uomo. La moralità si riferisce al giudizio interiore, in cui la coscienza è uno degli strumenti principali. Grazie alla coscienza, l’uomo può oltrepassare le regole di vari sistemi etici nei quali vive e riconoscere i loro errori e ingiustizie.
Secondo il filosofo polacco, la coscienza e la sua «sensibilità all’ingiustizia sociale dell’uomo», hanno fondato la moralità che ha unito le persone solidali. Tischner unisce la coscienza e la solidarietà in modo indissolubile. Infatti, molte volte sottolinea che «la solidarietà più profonda è la solidarietà delle coscienze» e che «l’etica della solidarietà vuole essere un’etica della coscienza», vuole essere una moralità. Se non esistesse la coscienza, non esisterebbero né moralità né solidarietà, ci sarebbe soltanto il rispetto delle leggi e delle norme stabilite esteriormente.
La solidarietà viene dall’interno dell’uomo e perciò proprio la coscienza è il suo valore fondamentale. La coscienza non è soltanto una forza interiore che permette di distinguere il bene dal male, essa è anche un interiore desiderio del bene e, come dice Tischner: «una voce che grida dentro l’uomo». Ascoltando questa voce del tutto particolare, l’uomo sa come bisogna agire e scopre in sé stesso lo spazio della moralità.
La solidarność, una comunità positiva fondata sulla solidarietà, era una comunità aperta all’altro uomo, non rifiutava nessuno, ma a tutti offriva la possibilità di ascoltare attentamente la voce della propria coscienza e poi di agire secondo il contenuto delle sue parole, cioè secondo i valori da essa rilevati. La solidarietà era frutto di una libera scelta dell’uomo che si è liberato dalla dittatura del comunismo, essa non costringeva nessuno a stare dalla sua parte, ognuno doveva decidere da solo se essere solidale oppure no.
Sia la solidarietà sia la solidarność sono un’opera delle persone che si sono aperte alla voce delle proprie coscienze. Sono un’opera «non soltanto di coloro, che hanno sempre avuto le coscienze, ma anche di coloro che le hanno ricostruite in sé stessi». L’uomo può rifiutare la voce della sua coscienza e agire contro i suoi valori, però può anche ritrovarla e riaprirsi ai valori che essa gli indica. La coscienza dalla quale è nata la solidarietà si schierava contro la sofferenza che l’uomo subiva dall’altro uomo, cioè contro una sofferenza ingiusta.
L’idea della solidarietà era comune a tante persone nella Polonia dell’inizio degli anni ‘80, era un’idea democratica che, come scrive Tischner, è diventata «la norma dell’ordine sociale” la quale conduceva la gente verso la liberazione. Tale liberazione riguardava non soltanto l’uomo, ma anche il suo lavoro e la società in cui egli viveva. Significava liberazione del lavoro dallo sfruttamento, della società dal regime comunista e prima di tutto, dell’uomo dal totalitarismo. La solidarietà e la solidarność erano una testimonianza e «un avvenimento della libertà», erano qualcosa che in nessun modo derivava dal comunismo dominante nella Polonia di allora. Hanno portato le idee che erano non soltanto un’avversità delle idee comunista, ma anche un loro superamento.
La solidarietà ha espresso i suoi principi impegnandosi nella difesa dei valori fondamentali inseparabilmente legati alla dignità umana. Il valore del diritto «al giusto salario per il lavoro» significava il bisogno di liberare il lavoro dallo sfruttamento e di restituirgli il senso e l’indipendenza. Il valore del diritto «alla libertà» si esprimeva tramite la possibilità di associarsi in varie organizzazioni e di esprimere la propria opinione. Il valore «al possesso di una speranza religiosa» indicava la possibilità di praticare e insegnare la religione. La religione sarebbe dovuta diventare una libera scelta di ogni uomo e come tale non sarebbe più potuta essergli negata dal regime comunista. La religione è una questione di coscienza che quando è legata alla fede cristiana, si impegna in difesa dell’uomo e della sua dignità e non permette né al male che gli viene fatto né a qualsiasi forma d’ingiustizia che lui potrebbe subire.
I valori religiosi, sin dall’inizio presenti nella comunità etica di nome solidarność, spesso si sono manifestati in modo molto simbolico, per esempio: durante lo sciopero nel Cantiere di Danzica del 1980, sul portone è stato appeso un ritratto del Papa Giovanni Paolo II. Egli era l’ispirazione della solidarietà interumana e della solidarność nata in Polonia all’inizio degli anni ‘80, era anche una parte della coscienza polacca e una testimonianza della moralità e della verità. Per il popolo polacco, che ha voluto essere solidale, il papa polacco è diventato una fonte della forza e della speranza che hanno cambiato la forma della quotidianità. In una delle interviste, parlando proprio di questo cambiamento, Tischner ha detto scherzando che prima la gente si poneva la domanda: «che cosa ne pensa Mosca», adesso invece si chiede: «che cosa ne pensa Roma».
Libertà e dignità del lavoro
La solidarietà e la solidarność sono nate nell’ambiente degli operai e perciò Tischner nelle sue riflessioni ha dedicato molto spazio alle questioni riguardanti il lavoro. Parlava tra l’altro della sofferenza che appare nel campo lavorativo e la definiva come una forma di sfruttamento dell’uomo lavoratore. Nei suoi numerosi testi, sottolineava che bisogna prendersi cura del lavoro e liberarlo dalla sofferenza e dallo sfruttamento a cui viene sottoposto. Affermava che la solidarietà e basata su di lei solidarność sono nate perché le persone si erano aperte alla voce di propria coscienza e hanno intraveduto la sofferenza subita dall’uomo in una dimensione molto importante della sua vita sociale, ovvero nel campo del lavoro.
Tischner con grande attenzione analizzava la struttura del lavoro che percepiva come una «particolare forma di dialogo dell’uomo con l’uomo, che serve alla conservazione e allo sviluppo della vita umana [...] il lavoro è un dialogo al servizio della vita». Il filosofo di Cracovia paragona il lavoro con il dialogo e nota che i suoi frutti sono come le parole. Indica che tramite il lavoro l’uomo entra nel dialogo con coloro che hanno lavorato prima di lui, coloro che lavorano insieme a lui e coloro che lavoreranno dopo di lui.
L’operaio che assembla una macchina agricola può farlo perché precedentemente qualcun altro ha costruito i singoli elementi di tale macchina. Li ha realizzati perché prima di lui qualcun altro aveva preparato il progetto tecnico di quell'attrezzo, qualcun altro aveva estratto dalla terra il materiale che poi qualcun altro aveva trasformato nella forma adatta per la produzione di tali elementi. Quando l’attrezzo sarà completato servirà a qualcuno che lo userà per lavorare in campagna e seminare o raccogliere i frutti della terra che successivamente diventeranno il cibo di cui ha bisogno ogni uomo che lavora.
Tischner rileva che il lavoro è in realtà una collaborazione dell’uomo con l’altro uomo. Come indica, il discorso del lavoro avviene non soltanto tra le persone che si conoscono, ne prendono parte anche quelli che non si sono mai conosciuti e quelli che non si conosceranno mai. Il dialogo del lavoro dura dai tempi dell’antichità e continuerà a svilupparsi fino all’ultimo uomo.
Sia nel discorso sia nel lavoro, un ruolo molto importante è attribuito alla verità che si caratterizza per la sua dimensione etica e viene percepita come un valore che «è la fonte del dovere morale per l’uomo». Riferendosi a quel dovere, un uomo morale in tutti i suoi atti, sceglie e realizza la verità e rifiuta la menzogna. Nel discorso la verità riguarda le parole e perciò un discorso è vero quando le sue parole rispecchiano la realtà con fedeltà ad ogni suo aspetto. Nel campo del lavoro la verità riguarda il processo lavorativo e i suoi frutti, per cui un lavoro è vero quando rimane al servizio della vita a del suo sviluppo, quando invece non è così, esso diventa uno sfruttamento e una fonte di sofferenza. Tischner afferma che «la menzogna del lavoro è lo sfruttamento» e «la malattia». Sfruttamento del lavoro comporta sfruttamento dell’uomo lavoratore e come tale assume la forma di tradimento sia dell’idea di lavoro sia dell’uomo stesso. Il filosofo polacco sottolinea che un vero lavoro è sempre ‘per’ l’uomo e mai ‘contro’ di lui.
Lo sfruttamento del lavoro colpisce la dignità dell’uomo lavoratore e perciò l’etica della solidarietà si impegna nella sua difesa e si schiera contro ogni tradimento che egli potrebbe subire nella sfera del lavoro. Secondo i suoi principi, l’uomo che soffre a causa di sfruttamento e spreco del proprio lavoro ha il diritto di prendere le difese di quel lavoro, ha diritto persino allo sciopero. Tischner sottolinea che «quando il lavoro è diventato un lavoro privo di senso, lo sciopero appare come l’unica attività piena di senso». La partecipazione allo sciopero deriva dall’etica del lavoro, la quale non consente mai né di sfruttarlo né di privarlo del senso che gli appartiene.
Tischner percepiva un grande ruolo della solidarietà e della solidarność nel processo della guarigione del lavoro dalle sue malattie, purtroppo le sue riflessioni filosofiche non sono state adeguatamente sviluppate durante i convegni dei membri del sindacato Solidarność. In una delle interviste rilasciate negli anni ‘90, Tischner si riferisce a quel fatto con le seguenti parole:
Ritenevo che questo sia un profondo malinteso, perché non si parla affatto di struttura del lavoro. L’unico uomo
che ne parlava – come mi ripetevano – ero io e per di più durante le prediche.
Tischner, avendo a sua disposizione un ricco retropalco del sapere filosofico, interpretava gli avvenimenti di allora in modo molto più profondo di come riuscivano a farlo le persone che ne prendevano parte. Percepiva e analizzava i fatti in un orizzonte molto più ampio e così intravedeva gli aspetti che sfuggivano all’attenzione di tanti altri e le prospettive cui loro non attribuivano un significato sufficientemente importante.
Responsabilità e fedeltà
Tischner sottolinea che l’etica della solidarietà è «un’etica di risveglio, di risveglio alla paternità secondo la speranza» e con questa affermazione indica due valori fondamentali della solidarietà: la paternità e la speranza. La parola ‘paternità’ possiede un ampio significato e descrive non soltanto il legame che unisce il padre e il figlio, ma anche il legame tra due persone di cui una decide di prendersi cura dell’altra come se fosse il proprio figlio. Ogni tipo di paternità è legato alla responsabilità, la paternità che si è manifestata attraverso la solidarność rendeva le persone responsabili della sorte e del futuro dei propri figli e di tutta la nazione. Grazie ad essa, la gente compieva le sue azioni in base all’impegno personale e alla propria gerarchia dei valori e in questo modo ne dava testimonianza.
La parola ‘testimonianza’ è fondamentale perché significa qualcosa molto più importante di un esempio che può venire anche dalle azioni prive di ogni impegno interiore. L’uomo può dare l’esempio agendo soltanto sulla base del rispetto delle norme e delle leggi imposte esteriormente, la testimonianza invece sorge dall’interno dell’uomo e mostra chi è davvero quell’uomo.
La responsabilità era uno dei valori essenziali della solidarietà interumana e della comunità etica di nome solidarność. Infatti, durante il I Convegno della Solidarność a Danzica, nel settembre 1981, Tischner diceva:
Loro dalla nostra solidarietà prenderanno la misura della loro solidarietà; la ragione di questa assemblea
sarà la misura della loro ragione; loro formeranno la voce della loro coscienza secondo la voce della vostra
coscienza.
Le sue parole indicano, in modo particolarmente forte, la responsabilità sia di ogni singola persona sia di tutta la comunità. La solidarietà evidenzia l’importanza della responsabilità per il bene comune della patria, cioè di un obbligo che in nessun caso può essere dimenticato o trascurato. Mostra che «essere responsabile [...] significa sapere che dalla mia posizione e dal mio impegno qualcosa veramente dipende». La forma e il contenuto della vita sociale sono il risultato delle azioni di ogni singolo uomo che ne appartiene. Per fondare una società in cui dominano la solidarietà e la giustizia è necessario che ogni singolo cittadino le applichi come le regole basilari delle azioni compiute nella dimensione sociale della vita.
Le persone unite dall’idea della solidarietà erano responsabili della propria patria e si sono impegnate per renderla un Paese libero. La loro responsabilità si dirigeva non soltanto verso il futuro, ma anche verso il passato. Rivolgendosi al passato, fondava una comunità con coloro che una volta lottarono e morirono per la libertà della Polonia, diventava una responsabilità per il loro sforzo, il loro sacrificio e la loro morte. Mirando al futuro, costruiva una comunità con quelli che un giorno avrebbero preso in successione l’eredità dello spirito polacco e si sarebbero assunti la responsabilità per la sua sorte. L’impegno per il bene della propria patria è un valore sia per oggi sia per domani, è una testimonianza per le future generazioni.
Durante la messa al Cattedrale di Wawel, il 3 maggio dell'1981, Tischner ha parlato di un nazionale senso di responsabilità per la sorte della patria. Ha detto: «Essere responsabile significa: essere fedele. Alle fonti del senso di responsabilità si trova la fedeltà». Nell’etica della solidarietà la fedeltà si riferisce alla verità che parla dell’uomo, della sua dignità, del suo lavoro, della sua libertà e della sua situazione sociale e politica. La verità è una condizione senza la quale non si può creare un ‘luminoso’ spazio della vita, essa è come una luce, senza la cui ogni agire diventa un vagare nel buio o piuttosto una menzogna e un tradimento.
La Solidarność era un movimento che ha appoggiato la sua esistenza sulla verità, la quale viene dall’uomo tramite il dialogo. Il dialogo della solidarietà è la testimonianza di un’apertura dell’uomo all’uomo, la voglia di scambiare le proprie opinioni e di cercare insieme la verità chiamata da Tischner: «un frutto di esperienze comuni». Il dialogo della solidarietà è un avvenimento che può realizzarsi tra le persone sufficientemente mature per essere in grado di fare parte di una comunità, per vivere i valori insieme agli altri e insieme a loro costruire sulla base della verità.
L’etica della solidarietà parla di «una paternità secondo la speranza». Ogni speranza oltre al contenuto possiede anche un riferimento all’altro uomo chiamato affidatario. Tale uomo può mantenere la fedeltà alla speranza che gli è stata affidata, oppure tradirla. L’affidamento della speranza riguarda anche lo spazio del lavoro: l’operaio che produce un coltello, crede che quel coltello sarà usato per tagliare il pane e che non diventi mai uno strumento di crimine, l’operaio che costruisce una nave crede che i materiali, lavorati prima dagli altri operai, siano realizzati bene, crede che il datore di lavoro premi il suo lavoro nel modo giusto e che non sprechi i suoi frutti. Comprando una macchina, un computer o una penna, crediamo che funzionino correttamente. Lo spazio del lavoro è uno spazio della speranza e perciò vi è possibile il tradimento.
Una delle fondamentali speranze legate alla solidarietà era diretta al futuro in cui si aspettava la Polonia come un Paese libero, dove viene rispettata la dignità di ogni uomo e dove il lavoro è veramente al servizio dell’uomo e della sua vita. La speranza era uno dei pilastri della solidarietà interumana e della solidarność che Tischner chiamava «una comunità della speranza». Nel suo spazio le persone sono riuscite ad unire le proprie speranze con quelle degli altri e dalle migliaia di speranze individuali hanno creato una grande speranza della nazione. La speranza della solidarietà ispirava alle opere che avrebbero permesso di ripristinare la verità, la giustizia, la dignità e la libertà, permetteva di immaginare una Polonia libera e democratica, donava le forze e motivava alle azioni.
L’etica della solidarietà parla della fedeltà, Tischner afferma che «La solidarietà delle coscienze è un movimento etico il cui principio basilare è la fedeltà». La fedeltà permette di capire che nell’uomo esiste qualcosa di fisso e invariabile su cui può basarsi l'affidamento della speranza riferita ad un bene comune. Dopo gli anni di sospetti diretti verso l’altro, dopo la mancanza della fiducia nell’uomo e nel bene che vive dentro di lui, dopo la mancanza della fedeltà, l’etica della solidarietà ha cambiato il modo di guardare e percepire l’altro uomo. Siccome era fondata sul bene, sulla verità e fedeltà, una delle sue principali regole diceva: non tradire.
In tanti dei suoi testi, Tischner ripete: «Il peccato principale contro la solidarietà è il tradimento». L’etica della solidarietà insegna a non tradire, non tradire l’altro uomo, il lavoro, la verità, il bene e la libertà. Tradire l’uomo significa deludere le sue speranze. Tradire il lavoro vuol dire sfruttarlo e privarlo di ogni senso. Tradire la verità vuol dire accettare le menzogne e mentire. Tradire il bene significa permettere l’esistenza di qualsiasi forma del male.
Se si volesse raccogliere gli elementi più importanti dell’etica della solidarietà, cioè dell’etica della coscienza, bisognerebbe dire:
– abbi la coscienza e agisci secondo la sua voce
– conduci con l’altro uomo il dialogo della verità
– non permettere un’inutile sofferenza dell’uomo
– collabora con l’altro così che il vostro lavoro servi alla vita e al suo sviluppo
– rispetta la libertà e la dignità dell’altro
– sii responsabile
– non tradire
I fondamentali elementi dell’etica della solidarietà possono essere espressi anche in modo molto più breve, con una sola regola: sii fedele. Sii fedele alla tua coscienza, alla verità, all’altro uomo e al bene. L’etica della solidarietà è in realtà un’etica della fedeltà.
Nonostante che l’etica della solidarietà è nata sulla terra polacca, svolgendo le analisi dedicate alla quotidianità italiana, si può affermare che anche qui, su questa terra, l’etica della solidarietà è non soltanto importante ma anche indispensabile. Tale etica non appartiene al passato, essa è continuamente una proposta che l’uomo può accogliere e realizzare attraverso i suoi atti.
La solidarietà della quale oggi ha bisogno l’uomo oltrepassa i confini degli Paesi, infatti, viviamo in un’Europa Unita che sta affrontando innumerevoli problemi. Questa Europa ha bisogno della solidarietà delle nazioni che la formano, di una solidarietà che si manifesti nel dialogo e nel reciproco sostegno e tramite le leggi, le istituzioni, le strutture e le attività politiche. La fondamentale idea che costituisce la solidarietà di un’Europa Unità è la cura del bene comune.